In un mondo sempre più connesso, dove le parole “like”, “share” e “follow” sono diventate parte integrante del nostro vocabolario quotidiano, è emersa, già da tempo, una figura che sta rivoluzionando il modo in cui le aziende comunicano: l’influencer.
Nel vibrante universo digitale, l’influencer marketing si è imposto come una delle strategie di comunicazione più discusse e ambite. Ma, come ogni tendenza che domina la scena, porta con sé sfide e opportunità. E, sorprendentemente, la vera rivoluzione potrebbe non venire dagli influencer stessi, ma da coloro che li seguono.
L’influencer marketing è il passaparola del nuovo millennio. Ma, a differenza dei consigli sinceri che scambiamo con gli amici, qui c’è un intero ecosistema commerciale che pulsa dietro ogni post, ogni storia e ogni video. Gli influencer, con il loro vasto seguito, sono diventati i nuovi “amici” dei consumatori, ma spesso con un’agenda commerciale nascosta dietro ogni consiglio e raccomandazione.
Le aziende, sempre attente alle nuove tendenze, hanno abbracciato con entusiasmo l’influencer marketing. Ma, mentre gli influencer continuano a dominare la scena, emerge una nuova tendenza: il risveglio del follower.
I followers, una volta visti come spettatori passivi, stanno diventando sempre più attivi e critici. Si stanno rendendo conto che, dietro la patina di autenticità, spesso c’è una realtà più commerciale e meno sincera.
Da qui una crescente consapevolezza sta emergendo nelle community. Partendo dalle piattaforme social stanno iniziando a esprimere le loro opinioni, sfidando e mettendo in discussione l’autenticità degli influencer. Questo risveglio rappresenta una svolta: i followers stanno riconoscendo che il vero potere risiede nelle loro mani. Hanno il controllo e la capacità di plasmare la reputazione di un influencer.
Un caso tra tutti è stata l’iniziativa portata avanti dal colosso del fast fashion Shein, famosa per produrre collezioni in tempi super veloci e a prezzi bassi, ma allo stesso tempo tenere dei ritmi di produzione insostenibili a livello ambientale e umano (per i lavoratori dipendenti). Quest’ultima ha invitato alcuni dei più famosi influencer degli Stati Uniti a visitare le fabbriche a Canton, in Cina, e gli ospiti ne hanno elogiato la trasparenza sui social definendole “sorprendenti”. L’operazione come si può immaginare è apparsa sospetta e molto goffa, tanto che le community si sono ribellate, portando alcuni influencer a rimuovere le foto e i video del loro tour chiedendo scusa ai propri follower per i racconti poco realistici.
Un esempio abbastanza eclatante in termini di “Influencer sbagliata” fu la scelta del colosso del beauty Douglas, quando nella sua campagna #innerbeauty scelse l’influencer Veronica Ferraro. Se analizzata superficialmente poteva sembrare la promotrice perfetta in quanto donna, over 30 e interessata al mondo del beauty, ma la rappresentazione poco naturale e molto filtrata che lei utilizza costantemente nella sua narrazione poco si sposava con l’idea di “naturale” promossa da Douglas. Il risultato? La community si è scagliata contro questa rappresentazione, tanto che la società è arrivata a disabilitare i commenti sui post relativi a questa promozione.
Infine, un fun fact proveniente da oltre oceano riguardo l’origine del nome del brand “SKIMS”, di Kim Kardashian, la quale annunciò il lancio di una nuova linea di intimo modellante chiamata “Kimono”. Molti tra cui la cui stessa community social, criticarono il nome sostenendo l’insensibilità e il quanto fosse fuori luogo appropriarsi a livello commerciale del termine “kimono” (un tradizionale abito giapponese). A seguito delle critiche l’influencer ha cambiato il nome della sua linea in SKIMS. Il potere dei follower.
Mentre l’influencer marketing continua a essere una strategia potente, è chiaro che stiamo entrando in un’era di maggiore consapevolezza digitale. I followers, armati di spirito critico e desiderosi di autenticità, stanno riscrivendo le regole del gioco. E, in questo nuovo scenario, le aziende devono essere pronte a navigare in acque inesplorate, dove l’autenticità e la trasparenza sono più preziose che mai.
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